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Pellegrini di Speranza – In cammino verso la Pasqua: 5ª settimana di Quaresima

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Misericordia io voglio e non sacrifici

I gesti di penitenza a cui Gesù ci chiama sono “opere di giustizia”:fare ciò che è giusto. Non tanto secondo il nostro modo di vedere, ma nell’ottica di Dio, che è amore. Ecco perché le chiamiamo “opere di misericordia”.

Il nostro cammino penitenziale, anzi ogni percorso di fede in Cristo, si fonda sulla speranza di incontrare, in lui, il volto misericordioso di Dio. Per mantenere viva questa speranza dobbiamo convertirci: anzitutto aprirci al dono gratuito di Dio, mai scontato, perché pensiamo di dovercelo o potercelo meritare; e poi diventare capaci di incarnare, nelle nostre relazioni, lo stile divino della misericordia.

Ci appare impossibile la gratuità, tra di noi, e anche da parte di Dio: un Dio che tutto dona e perdona, che addirittura dà il meglio di sé – suo Figlio – perché noi possiamo stare bene va oltre ogni nostra attesa e ogni immaginazione.
In Quaresima dobbiamo scoprire e gustare che “Dio ha tanto amato il mondo da dare suo figlio…” e “dalle sue piaghe noi siamo stati guariti”.

Ma di questa misericordia siamo chiamati a diventare anche soggetto, in una conversione continua al perdono, un percorso illogico quanto l’amore di Dio: “occhio per occhio, dente per dente” sembra molto più ragionevole. In Cristo però posso scegliere un’altra via: se è Gesù il Signore della mia vita, voglio che sia lui a regolare il mio agire, e non il rancore che provo, per quanto comprensibile. Allora mi converto, decido che, per quanto ancora bruci, il male che mi hai fatto non è più forte del bene che posso volerti. Gesù ce lo ha insegnato e dimostrato e abbiamo la speranza di riuscirci anche noi.

Dalla Lettera a un Ministro (cf. FF 234-235)

Io dico a te che ciò che ti impedisce di amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, anche se ti coprissero di battiture, tutto consideralo come una grazia.

E ama coloro che ti fanno queste cose, e non aspettarti da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori.

In questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se farai in modo che non ci sia alcuno al mondo, che abbia peccato quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.

Padre di misericordia, la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi, la beata speranza per l’avvento del tuo Regno. A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli. Amen.

dalla Preghiera del Giubileo

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