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Triduo di preparazione alla Solennità di S. Francesco: la vita come lode

Da 8 secoli la Chiesa ci indica in Francesco d’Assisi un modello di vita evangelica incarnata: in lui possiamo intravvedere la grandezza dell’amore di Dio per noi e la possibile bellezza dell’amore nostro per Dio. Ci prepariamo alla sua festa lasciandoci provocare dai suoi ultimi tre scritti.

“Laudato si’…”

La vita come lode

Francesco d’Assisi compone il Cantico di frate sole (FF 263) tra il 1224 e il 1226 nel momento in cui, cieco e malato, sperimenta la sofferenza e sente l’approssimarsi della morte.

Colpisce molto come, in questa situazione di dolore e desolazione, il Santo sia capace di produrre una lode tanto gioiosa e luminosa al Creatore: una lode universale che coinvolge tutti e tutto ciò che lo circonda.

Nel creato, Francesco si scopre ancora figlio amato di quel Signore “altissimo, onnipotente e buono” e che è degno di ogni lode; ma si scopre anche circondato da fratelli e sorelle, da tutte le creature di quello stesso Dio, che “parlano” della sua presenza e del suo amore: quasi fosse una Bibbia aperta, il creato non solo è opera di Dio, ma anche via per conoscerlo, lodarlo e raggiungerlo. Tutto conduce a lui, tutto è fratello o sorella, anche la morte.

Poco prima di lasciare questo mondo, il Padre Serafico aggiunge una strofa al Cantico: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione…”. Chi sa perdonare in Cristo e sa sostenere le prove della vita senza perdere la fede in Cristo avrà una corona di gloria: un richiamo per noi ad essere misericordiosi e pazienti.

L’Altissimo, onnipotente e buon Signore conduca anche noi, come il nostro santo fondatore, nel cammino di conversione al suo amore e alla sua misericordia: ci doni di riconoscerlo in ciò che ci circonda e di saperlo lodare; ci renda capaci di essere fratelli e sorelle di tutti, di essere uomini e donne che sanno perdonare e portano pace; di vivere ogni situazione, anche quelle più faticose e dolorose, come occasione di comunione con lui e di testimonianza della verità e dell’amore che lui è.

«Laudate et benedicete mi’ Signore et ringratiate et serviateli cum grande humilitate». [FF 263]

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