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Triduo di preparazione alla Solennità di San Francesco: la vita come stupore

Da 8 secoli la Chiesa ci indica in Francesco d’Assisi un modello di vita evangelica incarnata: in lui possiamo intravvedere la grandezza dell’amore di Dio per noi e la possibile bellezza dell’amore nostro per Dio. Ci prepariamo alla sua festa lasciandoci provocare dai suoi ultimi tre scritti

“Tu sei…”

La vita come stupore

La Chartula è una piccola pergamena su cui, nel 1224 alla Verna, Francesco ha scritto di proprio pugno sui due lati del foglio due testi consegnati a frate Leone.

Le Lodi di Dio Altissimo (FF 261) sono una lunga invocazione con cui il Santo esprime la sua fede e la sua ammirazione per quel Dio che gli ha cambiato la vita, quel Dio da cui a San Damiano si è sentito guardato ed amato, lui “giovane ricco” che, a differenza di quello evangelico, ha lasciato tutto perché in quello sguardo e in quell’amore tutto ha trovato.

Per 32 volte Francesco ripete “tu sei… tu sei… tu sei…”, aggiungendo ogni volta un aggettivo, una caratteristica di quel Dio della cui impronta nella storia ha saputo cogliere e gustare la bellezza: come uno che si scopre amato alla follia da chi nemmeno sperava di poter avvicinare, il Poverello scioglie la sua lunga lode di uomo stupito e innamorato, probabilmente costretto a concludere dall’esiguità del pezzo di pergamena.

Interessante è anche il fatto che Francesco si rivolga a questo “tu”, non come singolo, ma al plurale: non si percepisce un eletto tra gli altri – ed ha appena ricevuto le Stimmate! -, ma come parte di un “noi”, come Chiesa, come fraternità dei figli amati e salvati.

Possa il Signore riempire il nostro sguardo di stupore per ciò che opera nelle nostre vite e nelle nostre storie e, come a San Francesco, doni anche a noi la grazia di innamorarci di Chi ci ama e di incontrarlo e gustarlo nei fratelli e sorelle con cui ci fa camminare.

«Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore». [FF 261]

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